L’incontro artistico e la lunga relazione tra il pittore Jean-Marie Barotte e Maria Cristina Madau, artista interdisciplinare, sono all’origine della nascita del fondo di dotazione BAROTTE MADAU, in Francia, con il sostegno di un gruppo di personalità del mondo artistico, culturale e scientifico, vicino a questi artisti e molto impegnati nel progetto. Questo incontro è marcato da un lungo percorso di ricerca comune, fondato su un dialogo alimentato dall’alternanza dei ruoli tra l’artista e il testimone, dove l’uno è la musa dell’altra.

Barotte e Madau sono cresciuti mutualmente attraverso un incessante dialogo che non lascia spazio al consenso ma che chiede all’altro di dare il meglio di sé e che opera sormontando le paure e i disagi della vita, dei momenti di scoraggiamento e di crisi artistiche.
ll fondo BM oggi trasmette la testimonianza di un’esperienza di ricerca artistica libera da ogni tipo di condizionamento, crea così le premesse per essere luogo di progettazione e di scambio intellettuale e artistico. Per tramandare questo metodo di sperimentazione Maria Cristina Madau continua questa ricerca attraverso il Fondo, dando avvio alla valorizzazione dell’opera di Jean-Marie Barotte e creando l’opportunità di nuove collaborazioni con artisti e ricercatori.

Questa coppia di artisti, durante 30 anni di vita comune, grazie alla stima e al profondo rispetto reciproco ha saputo valorizzare il potenziale e la forza della loro unione, divenendo i compagni reciproci dei personali percorsi artistici, accasati l’uno nell’anima dell’altra. La testimonianza di questo cammino e oggi visibile in ciò che è stato realizzato e in ciò che sarà realizzato, poiché la morte, di uno dei due viandanti, Jean-Marie Barotte, non ha interrotto questo singolare e fruttuoso dialogo.

Passage de l’âme de Jean-Marie Barotte.

La scelta dell’opera pittorica, Passage de l’âme del 2004 di Jean-Marie Barotte, è l’espressione dello spirito del Fondo BM; esprime in sintesi il nuovo punto di partenza di questa magnifica avventura artistica. 

Per dare forma al suo pensiero Barotte intraprende un percorso, che comprende inizialmente la pratica teatrale, e quando non corrisponde più alle sue esigenze, conclude il suo vissuto come attore per dedicarsi interamente all’indagine visiva che lo porterà nel corso degli anni alla pittura. La letteratura e la filosofia sono gli strumenti che lo accompagneranno nel suo cammino; I legami con l’opera letteraria di Edmond Jabès, l’opera poetica di Paul Celan, il percorso spirituale di San Juan de la Cruz, l’opera filosofica di Jacques Derrida, ispirano l’artista in una continua narrazione filosofico-pittorica. La sua opera testimonia la violenza necessaria per esprimere il concetto di sublime. Jean-Marie Barotte nella sua composizione formale apre una breccia verso una visione, non attraverso la tridimensionalità della materia, ma a ciò che essa rimanda/rivela, verso la contemplazione.

Passage de l’âme, enuncia formalmente la fertile collaborazione con la compagna, colei che lo ha costantemente spronato, anche a misurarsi a nuove tematiche di ricerca a loro comuni, colei che l’ha sempre incoraggiato nell’uso di supporti e formati a lui poco abituali. Barotte si confronta a queste nuove sfide magistralmente, con la sua ineguagliabile cifra, crea quest’opera con una tecnica alchemica fatta di sedimentazioni di fumo da combustione. 

Passage de l’âme,  esprime con straordinaria semplicità e essenzialità la completezza del loro incontro; queste sedimentazioni stratificate rimandano al tempo della comprensione, disegnano una danza sublime fra vuoto e pieno, luce e ombre, umano e divino, verso l’infinito.

Quest’opera realizzata nell’atelier di Monvalle dell’artista (sul Lago Maggiore) è stata esposta per la prima volta in una sua personale nello spazio espositivo dell’Onde a Velizy-Villacoublay (Parigi), in occasione della produzione dello spettacolo Salomé diretto da MCMadau, per il quale Barotte ha collaborato firmando le opere-quinte della scenografia.

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